Villa Malaspina: la storia

La storia della Villa non è completamente conosciuta. Nel luogo in cui sorge sono stati trovati reperti romani. Di proprietà della Contessa Matilde di Canossa fino al 1080, passò molte volte di mano.

A lungo la costruzione fu adibita a castello fortezza. Nel 1402 ospitava il Vescovo di Parma che le diede il nome di La Palazzina (da cui il nome “Azienda Agricola La Palazzina“). Nel 1450 passa sotto la proprietà della Famiglia Torello attraverso il matrimonio di Marsiglio Torello con Paola, figlia di Francesco secco d’Aragona e Caterina di Gonzaga, precedente proprietaria. Rimase dei Torello fino al 1841 quando, con il matrimonio tra la figlia dell’ultimo dei Torello ed il Marchese Francesco Malaspina, giunse alla famiglia di questi.
Agli inizi del ‘900, sempre per linea femminile, con il matrimonio tra la nipote di Francesco Malaspina e Marco Guarienti (nonno dell’attuale Conte), la proprietà fu ereditata dalla famiglia Guarienti che tuttora la tengono perfettamente curata e che hanno riportato all’antico splendore il parco, compromesso dall’ultima guerra.

È nel 1764 che Guido Torello ne commissiona la ristrutturazione, attribuita all’architetto Domenico Marchelli, che la trasformò secondo i canoni del neoclassico e la portò all’attuale forma.
L’edificio è composto da due corpi rettangolari congiunti perpendicolarmente a L. Sul lato nord il colonnato è sormontato dal grande stemma dei Torello e dal timpano.
Sulla facciata opposta un nucleo timpanato, trattato a finto bugnato gentile, corredato da una finestra termale e due nicchie con statue, e impostato su un terrazzo retto da quattro colonne.

Esterna alla villa una cappella, voluta nel 1682 da Adriano Torello. Di grande pregio, ricca di eleganti stucchi e rivestita di un raffinato intonaco marmorino è impreziosita dalla pala d’altare, opera di Alfonso Chierici, raffigurante “Madonna col bambino tra San Francesco e il Beato Torello” opera
magistrale emblema del Purismo.
Nel primo dopoguerra, Villa Malaspina fu anche testimone del genio di Antonio Ligabue. Nella dépendance visse a lungo e creò molte delle sue tormentate opere naif.

Villa Malaspina salotto interno con camino
Villa Malaspina interno. Sala del biliardo con sedie e divano circolare.

Il Parco

Considerato il più raffinato traguardo dell’architetto Pietro Marchelli nella creazione di un giardino all’inglese, il parco si distingue per quegli elementi come il laghetto, la grotta, la montagnola, tipici della concezione romantica, che voleva un giardino, seppur minuziosamente progettato, con forti elementi naturalistici.

Marchelli decise di mantenere anche alcune parti del precedente impianto all’italiana come le statue, poste a semicerchio, la scalinata a doppia rampa, con grotta sottostante e le aiuole.

Di particolare pregio l’enorme ghiacciaia sotterranea, ancora perfettamente conservata, posta di fronte all’entrata della Villa nascosta da un’aiuola di rose.

Marchelli edificò anche le serre, oggi chiamate limonaie. Costituite da lungo porticato architravato, con aperture scandite da semicolonne classiche e sormontate da finestroni rettangolari. Tutt’ora considerate l’esempio di architettura d’arredo più pregiata del reggiano.

Parco di Villa Malaspina, il laghetto con ninfee.
Giardino all'inglese di Villa Malaspina particolare con aiuola e statue a semicerchio.
Villa Malaspina. Le limonaie, serre antiche.

Famiglia Guarienti

La storia documentata dei Conti Guarienti affonda le radici nel 1200 quando Guglielmo Guarienti, uomo d’armi decise di istallarsi a Verona per darsi al commercio. Nei secoli la famiglia si è distinta nel campo economico, in quello finanziario ed in quello politico trattando con i Medici, finanziando Papi, intessendo rapporti con re e imperatori.

Numerosi anche i membri che si distinsero in ambito culturale come artisti, poeti, architetti, pittori e scultori.

Guardando ai tempi più prossimi ritroviamo le stesse doti nei Guarienti, come in Carla Guarienti, che negli anni ’40, quando l’emancipazione femminile era ancora lontana, si laurea in fisica nucleare per seguire poi la sua vocazione, prendendo i voti come piccola sorella di Gesù, per dedicarsi agli ultimi, ai diseredati dell’est Europa.

L’umanità è un tratto distintivo che risalta anche in Francesco Guarienti, padre dell’attuale Conte Marco Guarienti Torello. Francesco, ancora 17enne diventa partigiano, liberando Sandro Pertini prigioniero dei nazisti nel carcere di Milano. Pertini non dimenticò mai il suo liberatore, anche da Presidente.

Francesco coltivò la sua indole generosa laureatosi in medicina. Sebbene diventato un luminare di fama, non smise mai di aprire il suo studio di Gualtieri gratuitamente ai bisognosi, tanto che gli fu conferita la cittadinanza onoraria.

Francesco nutriva un’altra grande passione, le sue terre sulle rive del Po e l’agricoltura. Trasporto che infuse al figlio Marco, che portava per campi sin da piccolo. Marco, crescendo decise di laurearsi in agraria e di dedicarsi completamente alla coltivazione di queste feconde terre.

Una storia di passione e di umanità.

Attività

Oggi Villa Malaspina e il suo parco sono accuditi dalla Contessa Myra Guarienti, madre di Marco, che si occupa di mantenere gli interni della Villa, di curare fiori e piante del Parco, affinché l’antico splendore si preservi incontaminato.

La Contessa Beatrice Guarienti, moglie di Marco e ospite impeccabile, mette a disposizione la bellezza della Villa e del suo scenografico parco per matrimoni, eventi o come location per spot e film.

Una cornice mozzafiato, l’ospitalità discreta ed elegante dei Conti Guarienti, i dintorni ricchi di bellezza, storia e natura, fanno di Villa Malaspina il luogo ideale per momenti memorabili.

Per info sulle attività della Villa: villamalaspina@conteguarienti.com

Villa Malaspina. Inerno Limonaie con tavola apparecchiata con porcellane e cristalli raffinati per eventi memorabili.
Le Limonaie di Villa Malaspina. Interno con tavolo aparrecchiato elegantemente e decoarato con fiori e piante.
Parco di Villa Malaspina. Particolare con statua e facciata depandance scenograficamente ricoperta di edera.